
02 Set ACQUAPENDENTE UNDERGROUND
Sabato 4 settembre dalle ore 16.00, faremo insieme un percorso ipogeo di grande suggestione e interesse che ci metterà in contatto con le viscere misteriose del sottosuolo di questa Basilica e del Palazzo Vescovile.Un viaggio nel tempo dal medioevo all’epoca moderna: uno spazio in pietra, a carattere sacro nell’architettura ecclesiastica, e un ambiente sotterraneo usato per conservare le reliquie.

FONTE FOTO: lacitta.eu
Queste sono le parole di Pietro Paolo Biondi, notaio aquesiano della seconda metà del cinquecento, storico che per lavoro e passione ha raccolto testimonianze e documenti storici sulla sua città, e li ha poi pubblicati in una della opere più importanti della storiografia locale. Con le parole di un uomo che ha tanto amato la sua terra da dedicarle gran parte della sua vita, voglio iniziare questa visita alla Basilica de Santo Sepolcro di Gerusalemme in Acquapendente, che per secoli ha rappresentato e dato importanza all’intera cittadina di Acquapendente.
Vedremo poi una prigione sotterranea, in un momento storico in cui la colpa diventa peccato, la preghiera e l’isolamento s’identificano con la condanna con cui affliggere il colpevole. Tre le celle delle carceri del Palazzo Vescovile in cui i detenuti hanno lasciato testimonianza della loro permanenza con graffiti e disegni sulle mura parietali, unico contatto che gli rimaneva con la realtà esterna nell’attesa della propria sentenza.
Queste stanze erano il luogo in cui venivano tenuti prigionieri tutti coloro che non rispettavano i 10 comandamenti. I graffiti riportano date, fatti di vita quotidiana, disegni di animali. Alcune sono scritte in italiano corretto cosa che ci fa pensare ci siano stati incarcerati gli eretici.
Numerose sono anche le scritte e i racconti che cattureranno la vostra attenzione legate invece alla sorte subita dagli adùlteri, da carcerati imprigionati per matrimoni clandestini, pratiche disoneste o malcostume.
E restavano qui per parecchio tempo sperando che tutto si risolvesse prima che “Mastro Titta passasse ponte”! Ma non sempre era così.