
08 Apr #AdottaTreMusei
Stamane, per #AdottaTreMusei, abbiamo selezionato tre musei laziali tra i più importanti nel mondo: i Musei Vaticani, la Galleria Borghese e il Palazzo Altemps, dai quali abbiamo scelto tre autentiche icone della scultura: l’Apollo del Belvedere, Apollo e Dafne e l’Ares Ludovisi. Tre immagini in cui l’universo maschile viene ritratto in modo virile e olimpico.
L’Apollo del Belvedere, oggi ai musei Vaticani, anticamente faceva parte della collezione che il cardinale Giuliano della Rovere possedeva nel suo palazzo a Santi Apostoli. Divenuto papa con il nome di Giulio II (1503-1513), la scultura venne trasferita in Vaticano, dove è attestata almeno fin dal 1508. L’opera, databile entro la metà del II secolo d.C., è la replica di un bronzo eseguito tra il 330 e il 320 a.C. da Leochares, uno degli artisti che lavorarono al Mausoleo di Alicarnasso.
Il soggetto del gruppo scultoreo di Apollo e Dafne della Galleria Borghese invece, scolpito dal Bernini tra il 1622 e il 1625, deriva dalle Metamorfosi di Ovidio (I, 450-567). Nella favola Apollo a causa della vendetta di Eros, viene colpito da una freccia d’oro che lo fa invaghire della ninfa Dafne, seguace di Diana. La fanciulla, trafitta da un dardo di piombo, rifiuta l’amore del Dio e prega suo padre Peneo, divinità fluviale, di aiutarla a farle cambiare sembianze. L’opera rappresenta il momento culminante della metamorfosi di ninfa in albero di alloro.
L’Ares Ludovisi, ritenuto dall’archeologo Winckelmann “il più bel Marte dll’antichità”, è in verità una copia romana di un originale greco attribuito a Scopa o a Lisippo, databile al 320 a. C. Ignota è l’identità del soggetto raffigurato, recentemente messa in discussione. La scultura, rinvenuta nel 1622, deve la sua fama al restauro effettuato da Gianlorenzo Bernini che ne integrò alcune parti mancanti, tra i quali anche l’amorino posto in basso.
E le vostre selezioni di oggi quali saranno? Giocate anche voi a #AdottaTreMusei.