Di rosso, al drago d’oro spiegato, reciso e sanguinante

Di rosso, al drago d’oro spiegato, reciso e sanguinante

Il manufatto, in travertino, rappresenta lo stemma araldico di papa Gregorio XIII Boncompagni (Ugo Boncompagni nato a Bologna, 1501 o 1502 – morto a Roma, 10 aprile 1585 – In carica come Papa dal 1572 al 1585): il drago rampante dorato con lo scudo rosso. Al di sopra sono poste la tiara pontificia e le chiavi incrociate che rappresentano il potere spirituale e temporale della Chiesa e si blasona: “Di rosso, al drago d’oro spiegato, reciso e sanguinante”. Del resto fu proprio Gregorio XIII a rendere la famiglia potente e ricca. Nel secolo in cui visse il papa, il drago era il simbolo degli eretici e dei musulmani. La lotta feroce e continua del papa contro l’eresia spiegherebbe l’assunzione del simbolo del drago reciso e sanguinante come simbolo della casata.

Collocato anticamente sul lato ovest del Ponte Gregoriano di Acquapendente (fatto costruire nel 1578 da Gregorio XIII sotto la direzione dell’architetto Giovanni Fontana –  architetto noto per le grandi opere idrauliche, quali acquedotti e fontane, ebbe modo di legare il proprio nome al progetto di realizzazione della fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo, nota come il “fontanone” – ), conserva ancora oggi, sul lato est, uno stemma analogo. Smontato nel dopoguerra a causa di lavori di manutenzione, il blasone venne lasciato per molto tempo in stato d’abbandono prima di pervenire in museo.

A terra c’è l’anello al quale era ancorato al muro.

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