
29 Mar La bottega di ceramista di Piazza Guarneri
Guardando la prima vetrina dedicata alla ceramica, sembra di essere di fronte allo scaffale di un “fornaciaro” del 1583. Abbiamo davanti a noi le “case” ossia gli oggetti che venivano usati per la cottura delle stoviglie; i “pironi” ossia i distanziatori che servivano per impilare e separare i piatti durante la cottura. Siccome questi oggetti avevano un uso specifico, su alcuni ci venivano incisi dei monogrammi o lettere per il riconoscimento.
In un’altra sezione dello “scaffale” abbiamo invece una serie di pesi da telaio, pronti per essere venduti a qualche bottega tessile. Vicino dei conti di bottega su pezzi scartato, perchè si sa che “scripta manent, verba volant” e quando non si ha troppa carta a disposizione, i conti si appuntano su qualsiasi supporto, soprattutto se è lì a disposizione e in grande quantità. Nel lato opposto dello “scaffale” sono invece presenti alcuni “crolli”, ossia cotture venute male, o comunque materiale di scarto; si riconoscono coperchi e boccali deformati dalla sovrapposizione di altri oggetti e altro materiale informe finito nel “butto” (cestino) della fabbrica.
Questo e tanto altro materiale, è stato rivenuto negli scavi fatti nella piazza davanti al museo, intitolata a Tranquillo Guarneri. Gli scavi hanno portato alla luce un basamento refrattario, che poteva essere probabilmente il piano di un forno per la cottura della ceramica, e scavati diversi “butti” alcuni contenenti quasi esclusivamente scarti di lavorazione che avevano luogo nella fabbrica.
Foto di Vansh Sharma da Pexels