La cripta di Acquapendente

La cripta di Acquapendente

La Basilica del Santo Sepolcro si erge lungo la Via Francigena e, secondo una tradizione leggendaria, fu fondata dalla regina Matilde di Westfalia che era diretta a Roma con una carovana di muli carichi d’oro. Ad Acquapendente i muli si sarebbero “bloccati”, inginocchiandosi e rifiutandosi di ripartire, e durante la notte la sovrana avrebbe avuto un sogno che l’avrebbe indotta ad attuare il suo progetto in questo luogo. La costruzione, originariamente era in stile romanico, risale al XII secolo. Apparteneva all’ordine benedettino, che gestiva il convento annesso. L’aspetto attuale della chiesa è frutto di numerosi interventi: la facciata risale al ‘700 ed è opera di Nicola Salvi (architetto della fontana di Trevi a Roma), poi in parte modificata a causa dei danni dell’ultima guerra. Sulla facciata è riprodotto il busto del papa Innocenzo X Pamphili (l’originale, opera di Alessandro Algardi, è presso il palazzo vescovile del Museo della Città), a cui si deve il trasferimento della diocesi ad Acquapendente, dopo la distruzione di Castro. Internamente la chiesa ha una pianta a croce latina a 3 navate; il presbiterio è rialzato per lasciare spazio alla cripta sottostante. La cripta è del tipo “a sala”, costruita su 24 colonne su cui poggiano volte a crociera. Custodisce un sacello che ancora oggi è meta di pellegrinaggio, essendo la copia più antica al mondo del sepolcro di Gesù.