La diocesi di Acquapendente e il suo primo vescovo Pompeo Mignucci

La diocesi di Acquapendente e il suo primo vescovo Pompeo Mignucci

E’ proprio in questi giorni di gennaio, nello specifico il 10 gennaio del lontano 1650, che viene nominato protovescovo di Acquapendente Pompeo Mignucci da Offida di Fermo, dell’ordine Gerosolomitano, arcivescovo di Ragusa dal 1647. Le cronache ci raccontano di come le autorità e il popolo esultante accolsero il presule, sparando fuochi d’artificio e facendo luminarie per quattro sere consecutive. L’erezione di Acquapendente a sede di diocesi, rappresentava per la popolazione la speranza di una ripresa economica per uscire dalla crisi in cui era piombata la città a seguito della prima guerra di Castro.

Per assicurare una degna residenza al neo vescovo era stato acquistato e in seguito adibito ad episcopio un palazzo privato di proprietà della famiglia Oliva. La scelta ricadde sul palazzo Oliva sia per la vicinanza con la cattedrale del Santo Sepolcro sia perché i proprietari erano gravati da vari debiti contratti con diversi enti ecclesiastici aquesiani. La famiglia Oliva aveva visto tempi più fortunati con Alfonso, sacrista di Paolo III nel 1539,  vescovo di Bovino di Foggia ed arcivescovo di Amalfi, morto a Roma nel 1548, a cui si deve la costruzione del palazzo aquesiano che nel fregio della trabeazione del portale, poi divenuto ingresso principale dell’episcopio nell’attuale Via Roma 85, reca l’iscrizione  ALFONSUS ARCHIEP. S AMALF. S.D.N.PP.SACR.1544

La tipologia di Palazzo Oliva è tipica di un’edilizia rappresentativa privata rinascimentale, che vantava vari esempi sulla stessa via Romana di Acquapendente.

Il protovescovo Pompeo Mignucci è ricordato all’interno del palazzo in tre iscrizioni, due incise su architravi basaltici, una delle quali si trova attualmente murata sulla parete esterna che dal giardino immette nelle stanze private vescovili oggi adibite a museo e l’altra su una parete interna dell’ala sud-est orientata verso il giardino, la terza iscrizione la troviamo invece in una mostra di porta lignea interna all’accesso del salone delle udienze:

F.P. MIGNIVCCIVS ARCHIEP. RAG. PROTOEP. AQVI.