I mai visti

i mai visti di Acquapendente locandina

I mai visti

A cura di Andrea Alessi

Sepolte da secoli di oblio, riemergono con prepotenza venti opere inedite dai depositi del Museo della città di Acquapendente. I Mai visti: dipinti dal ’400 all’800, oggetti liturgici, stemmi monumentali e iscrizioni lapidee in marmo. Un’occasione imperdibile per riscoprire la storia e la tradizione attraverso i suoi capolavori, testimonianza di un passato fulgido e ricco di grandi interpreti, i cui nomi, sfuggiti per troppo tempo al grande pubblico e ignoti alla storiografia, torneranno al rango di protagonisti indiscussi.

Il percorso si articola in quattro sale, che sono state completamente rivoluzionate dal nuovo allestimento che ne arricchisce l’arredo dando un rinnovato lustro alle sale del Palazzo Vescovile. Già dall’ingresso il visitatore potrà cominciare a gustarsi i primi reperti in mostra, e continuare poi nel piano nobile dove sono esposte le prime opere pittoriche. Tra queste l’icona della mostra, una splendida Madonna con Bambino dei primi del Settecento, opera definita “trevisaniana” dallo storico dell’arte Claudio Strinati consultato per l’occasione.

Prima di entrare nella sala degli stemmi, possiamo ammirare i due ritratti olio su tela raffiguranti papa Clemente XIV (Giovanni Domenico Porta) e il cardinale Filippo Maria Guidi (Cesare Cugini), che ben si integrano nello stile espositivo del Museo, anticipando le opere esposte nella successiva sala.

Questa mostra arricchisce notevolmente la già cospicua pinacoteca del museo della città di altre pregevoli opere tra cui un affresco staccato, di fine XV secolo che raffigura una Madonna in trono con Bambino tra cherubini, che si rifà a un modello scultoreo in stucco assai noto di Andrea Verrocchio, e che entra a pieno titolo tra le opere più interessanti della mostra. Questo prototipo fu trasposto in pittura da Piermatteo d’Amelia nell’esemplare che si trova allo Städelsches Kunstinstitut und Städtische Galerie di Francoforte e nell’affresco conservato nella chiesa di Sant’Agostino a Narni (controfacciata a sinistra dell’ingresso) raffigurante la Madonna in trono tra i Santi Lucia e Apollonia. Proprio a quest’ultimo modello sembra essersi ispirato l’autore dell’affresco aquesiano, dipinto allo scadere del XV secolo. Si tratta, per Anna Cavallaro “di un pittore noto di area viterbese, che merita certamente approfondimenti ulteriori”.

Ogni sala è stata corredata di un pannello didattico sulle singole opere esposte, dove è possibile trovare approfondimenti, ricerche e pareri illustri, e che rende la mostra accessibile ad ogni tipologia di pubblico.