Ritratto di papa Clemente XIV

Ritratto di papa Clemente XIV

Ritratto di papa CLEMENTE XIV, olio su tela (70×58,5 cm), 1769-1770 – palazzo vescovile

Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli (Santarcangelo di Romagna, 31 ottobre 1705 – Roma, 22 settembre 1774†), eletto papa il 28 maggio 1769 col nome di Clemente XIV, appartenne all’ordine dei frati minori conventuali di San Francesco, cui risale probabilmente la committenza del ritratto qui esaminato, conservato anticamente presso il locale convento di San Francesco e databile ai primi anni del suo pontificato.
È raffigurato in leggero tre quarti su sfondo neutro con gesto benedicente, come nell’iconografia canonica istituzionalizzata per sua volontà da Giovanni Domenico Porta, ritrattista ufficiale anche dei papi Clemente XIII e Pio VI.
Il Porta, a cui si riferisce per vie stilistiche l’opera in esame, venne qualificato come “famoso pittore” dal veneziano Pietro Gradenigo. Fu un raffinatissimo ritrattista, oltre che un sensibile interprete di tematiche religiose (O. Michel, Giovanni Domenico Porta, in “Melanges d’Archeologie et d’Histoire”, LXXX (1968), 1, pp. 283-354). Suggeriscono il nome di Giovanni Domenico Porta: un pentimento riscontrato all’altezza della mano e poi coperto in fase di stesura finale, l’attenzione alle variazioni chiaroscurali e l’accuratezza e la raffinatezza nella resa dei dettagli materici delle vesti e dei panneggi, i cui merletti e dorature sono stati realizzati con trascurata maestria in netta contrapposizione con la finezza del ritratto, indagato psicologicamente. Tutti elementi che lo differenziano dalla pletora dei ritrattisti che operarono copiando da un unico modello, “da parata”, destinato ad abbellire gli ambienti ecclesiastici e gli edifici pubblici dello Stato Pontificio. Il dipinto, sfuggito alla catalogazione della Soprintendenza effettuata nel 1993, è dalla stessa data entrato a far parte delle collezioni museali.

 

Restauro

Restaurato in occasione di questa esposizione da Anna Tozzi del Laboratorio per il territorio della Regione Lazio, su coordinamento di Paola Sannucci, il dipinto risulta eseguito su una tela molto rada coperta da un corpo pittorico consistente. Il suo allentamento dal supporto ha determinato la marcatura, sul fronte del telaio e della traversa, di una linea di frattura che ha portato ad una estesa caduta della pellicola. Nel resto del dipinto erano presenti solo alcune cadute isolate di colore. Il ritratto, molto scurito dai depositi superficiali e dal nerofumo, è stato pulito con il solvente e in taluni casi a bisturi. Successivamente è stato velinato e reintelato, dunque sono state stuccate e reintegrate a tono tutte le lacune secondo la tecnica mimetica. Il dipinto è stato infine protetto con strati di verniciatura intermedi e finali.

ANDREA ALESSI – PAOLA SANNUCCI