
14 Dic Reliquiario di Santa Giusta
Reliquiario di Santa Giusta, legno scolpito, dorato e argentato (32×21,5 cm), 1645 (datato) – Palazzo vescovile
Si tratta di un manufatto ligneo dorato, argentato e dipinto a base quadrata con cuspide a piramide. Mai esposto prima d’ora, faceva parte, assieme al pendant contenente le reliquie di S. Agnello martire, oggi in pinacoteca, dell’antica proprietà dei frati minori del convento di San Francesco di Acquapendente. Sulle quattro superfici del basamento corre un’iscrizione in lettere capitali: SANCTAE IUSTAE MARTIRIS F.I.L.A. 1645, dove l’acronimo contiene le indicazioni sulla committenza. F.I.L.A va difatti sciolto in “Frater Julius Leonardus Aquipendi”, provinciale dei Minori di San Francesco. La data 1645 fissa il termine cronologico entro il quale va collocata la realizzazione. L’opera presenta due sigilli (uno dei quali quasi integro) in ceralacca riconducibili al casato Chigi (sei monti disposti in file digradanti sormontati dalla stella a sei punte con al culmine un elmo cavalleresco arricchito di un cimiere). La loro apposizione, che indica chi certificò l’autenticità della reliquia, va fatta risalire ad Agostino (1634-1705) o, forse, Augusto Chigi (1595-1651).
Restauro
Il manufatto si trovava in uno stato di conservazione mediocre sia dal punto di vista strutturale che estetico. Le superfici presentavano criticità multiple dovute alla decoesione dello strato preparatorio, causa del cedimento delle imprimiture a gesso, e alla stratificazione di particellato (coerente ed incoerente), che ne ottundevano la lettura, anche aggravata dalle abbondanti ricolature della cera delle candele. Grazie ai tasselli stratigrafici è stata riscontrata una stesura pittorica antecedente, di migliore qualità rispetto a quella superficiale, che ha fatto propendere per un restauro di tipo filologico per restituire l’originale intenzione dell’oggetto.
Eseguiti un trattamento chimico antitarlo (imbibizione di piretroide a base di perme- trina con creazione di ambiente anossico) e un successivo consolidamento strutturale per la riammissione di parti mobili e distaccate, si è proceduto al consolidamento della superficie pittorica (imbibizione di resina acrilica in soluzione acquosa), mentre il riempimento delle lacune è stato condotto con gesso liquido e stucco per doratori. Le integrazioni sulle parti dorate sono state realizzate con oro in foglia 23,75 kt (tecnica a guazzo su apprettatura di bolo), il reintegro pittorico è stato eseguito ad acquerello. Le modanature laterali della base, dove l’originale argentatura aveva subito un irreversibile processo di solforazione, sono state armonizzate pittoricamente su una base di bolo rosso.