Sacra Famiglia con San Giovannino

sacra famiglia con san giovannino

Sacra Famiglia con San Giovannino

 

Ignoto di ambito toscano, Sacra Famiglia con San Giovannino, XVII secolo (seconda metà), olio su tela, olio su tela, 134 x 103 cm. Provenienza: Convento di San Francesco

La Sacra famiglia con San Giovannino è una copia dall’opera già creduta di Raffaello e anticamente ubicata a Milano presso la chiesa di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso e poi acquistata da Giuseppe II d’Asburgo (Kunsthistorisches Museum di Vienna, inv. n. 174). Il riferimento al Sanzio, giustificato da una stampa in controparte di Giulio Bonasone è attualmente respinto dalla critica che ritiene l’opera austriaca una derivazione da un prototipo perduto (cfr. Pinacoteca di Brera 1996).
Derivata dal modello raffaellesco ma con alcune significative varianti se ne conosce anche un’altra versione, già ritenuta di Fra Bartolomeo, poi riferita a Fra’ Paolino da Pistoia, oggi alla Galleria Doria Pamphilj (inv. FC 320, in De Marchi 2016, p. 183). Alcune tracce dell’antica collocazione dell’esemplare aquesiano si rintracciano nell’Inventario del mobilio, supellettili, ed arredi sagri del convento di San Francesco di Acquapendente, redatto nell’agosto del 1868, dove l’opera è forse identificabile nel quadro «di mezzana grandeza» raffigurante «la Fuga in Egitto» presso il convento (App. I, doc. 5). Non figura invece nell’Inventario dei Beni mobili infruttiferi dell’ente del 1876, né in quello del 1892 (App. I, docc. 6, 8) o in quelli successivi, escluso quello recentissimo del 2003, in cui viene registrata da Bernardo Guancini (App. I, doc. 17).
Nel testo di Giorgio Lise, del 1971, diverse Madonne figurano allestite in due stanze superiori del convento, tra cui sarà certamente stata presente anche la nostra (Lise 1971, p. 177). L’opera è stata timidamente riferita da Strinati a Terenzio Terenzi da Urbino, l’abile falsario di Raffaello (Alessi 2016, pp. 28-29), tuttavia, credo si possa ragionevolmente espungere dal suo catalogo, anche in considerazione del confronto con l’opera qui esposta e sempre derivata dal catalogo del Sanzio ed oggi al Museo di Capodimonte, ma certamente più pertinente dal punto di vista stilistico con i modi del Rondolino Pesarese. La tela, a nostro avviso di ambito toscano, è databile alla seconda metà del XVII secolo.

Bibliografia
Alessi 2016, pp. 28-29.

Da “I dipinti del Museo della città di Acquapendente”, a cura di Andrea Alessi e Luisa Caporossi, Antiquares 2020, pp. 68-69.