
18 Giu San Bernardino da Siena
Sano di Pietro (1406-1481), San Bernardino da Siena, post 1450, tempera su tavola, 170 x 66 cm. Provenienza: Chiesa di San Francesco
Come noto San Bernardino fu ospitato nel convento di San Francesco di Acquapendente nel 1435 ed è probabile che dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1450, sia stato commissionato al pittore senese, Sano di Pietro, un dipinto raffigurante il santo. Gli anni successivi alla morte del predicatore senese erano stati caratterizzati da un particolare fervore religioso che spinse molti ordini a richiedere dipinti che con grande verosimiglianza lo raffigurassero. Relativamente all’esemplare di Acquapendente, tuttavia, Italo Faldi in occasione della mostra sulla pittura viterbese del 1954 asserì che il dipinto fosse giunto in San Francesco a seguito di una donazione senza chiarire, tuttavia, la fonte di questa notizia. Lo storico Lise riferisce che in ogni caso almeno dal 1488 questa tavola era posta nella cappella della famiglia Taurelli, all’interno della chiesa di San Francesco.
Sano di Pietro a metà del Quattrocento aveva creato uno stile volto ad un anacronistico recupero della pittura senese del Trecento, incontrando il favore di un pubblico poco incline alle novità rinascimentali e che ne decretò il successo, come confermato dal numero significativo di opere del pittore che ancora oggi si conservano. Sano di Pietro era legato all’ordine francescano e aveva raffigurato molto spesso il santo.
Il San Bernardino da Siena di Acquapendente appartiene ad una serie di cui si conservano molteplici versioni: si tratta di una raffigurazione che fotografa l’aspetto del santo anziano, che morto nel 1444 ebbe il volto eternato nella sua maschera funebre (Misciattelli 1925, pp. 4-42).Bernardino inoltre presenta l’aureola da santo, un dettaglio che consente una datazione posteriore al 1450. È mutata, dunque, l’iconografia e il predicatore senese è nel dipinto in esame un santo che sorretto dagli angeli sembra sorvolare i paesaggi nei quali un tempo aveva predicato. Forse viene illustrata proprio l’alta valle del Tevere con le anse del fiume che avvolgono piccole cittadine dalle murature rosse. Il fiume, infatti, scompare in altre varianti dello stesso tipo iconografico, come la tavola del palazzo comunale di Tivoli. Nel Viterbese lo stesso soggetto ritorna in un dipinto murale assegnato alla bottega di Benozzo Gozzoli nella chiesa di San Francesco a Vetralla dove il santo è dipinto mentre indica il monogramma crociato di Gesù (A. Zilli in «Studi Vetrallesi» 2000, p. 15).
La tavola fu restaurata in occasione della mostra della pittura viterbese del 1954 e poi nuovamente negli anni ’90 da Mariano Marziali sotto l’alta sorveglianza di Egidia Coda.
Bibliografia
Luisa Caporossi da “I dipinti del Museo della città di Acquapendente”, a cura di Andrea Alessi e Luisa Caporossi, Antiquares 2021, pp 19-20-21