05 Lug Visione di Sant’Antonio Da Padova
Francesco Nasini (firmato), Visione di Sant’Antonio da Padova, 1640-1645, olio su tela, 70 × 59 cm – Pinacoteca di San Francesco
Francesco Nasini operò per la prima volta ad Acquapendente tra il 1640 e il 1645. A questo periodo risale uno dei suoi più interessanti lavori: il ciclo ad affresco con le storie di Sant’Antonio nel coro della chiesa di Santa Maria Assunta, poi dedicata a San Francesco (Romagnoli, ante 1935: XI, p. 57; Nasini 1872, p. 91) su commissione del frate Giulio Leonardi, priore dell’ordine. Altre opere a lui assegnate, realizzate per il convento francescano annesso, confluirono dopo la soppressione degli ordini e delle congregazioni religiose, al locale museo, presso l’omonima pinacoteca. Tra queste spicca per qualità il dipinto raffigurante la Visione di Sant’Antonio.
Nel frontespizio del libro, che vediamo in primo piano sulla tela, si legge la sigla «F.I.L.A.», che va sciolta, secondo una dotta interpretazione di Marcello Bisconti, in «Frater Iulius Leonardi Acquipendi »;ancora in vita il 28 febbraio 1656. Entro questo termine, pertanto, va fatta risalire anche la datazione dell’opera in oggetto, presumibilmente dipinta nel primo soggiorno aquesiano di Nasini, attestabile tra il 1640 e il 1645.
Il dipinto, antecedentemente al restauro effettuato da Mariano Marziali tra il giugno e l’ottobre del 1997, si presentava ricoperto da una vernice ingiallita e da uno spesso strato di polvere. La pellicola pittorica era interessata da cretti piuttosto pronunciati in corrispondenza dei pigmenti bruni, probabilmente a causa di una stesura troppo corposa della materia. Il telaio aveva ancora una discreta tenuta ma i chiodi ossidati avevano danneggiato la trama della tela. La cornice presentava vari interventi di manutenzione ma era comunque in buono stato. A seguito del restauro stati rimossi gli strati di vernice e di polvere mediante uso di detergenti tensioattivi e solventi organici usati a tampone sulla superficie. Il dipinto e stato foderato e poi applicato su un nuovo telaio ligneo estensibile. Sono state stuccate piccole lacune con un impasto di gesso e colla. La reintegrazione pittorica e stata eseguita con colori ad acquarello, cui è stata applicata una verniciatura di tipo matte. La cornice e stata ripulita, incollata agli angoli e protetta con uno strato di vernice.
Bibliografia
Andrea Alessi Da “I dipinti del Museo della città di Acquapendente”, a cura di Andrea Alessi e Luisa Caporossi, Antiquares 2021 pp 50